Beery Christmas 2017 (1/4)

Provato da un caro amico l'anno scorso, non mi sono potuto esimere dallo sperimentare l'esperienza offerta dal sito di e-commerce Saveur Biere.
Ventiquattro birre, di cui una parte sostanziosa brassata appositamente per l'occasione. In seguito troverete le mie impressioni, sia positive che negative; quattro puntate per esplorare quello che è stato scelto dal popolare sito per compensare le richieste di neofiti ed appassionati.

Piccolo disclaimer: non voglio fare pubblicità e soprattutto (ahimè) non sono stato pagato da nessuno per farne. Quello che leggete rispecchia le mie opinioni personali, per definizione soggettive. Detto ciò, le critiche sono sempre ben accette, anche perché scrivo e parlo per imparare.

Giorno 1: Ninkasi - Smoky Oak Ale (Francia)

È il primo giorno, e devo ammettere di essermi sentito come un bambino a Natale. È vero che me lo sono pagato io, quindi non è propriamente un regalo, ma l'emozione di scartare qualcosa di veramente sconosciuto mi capita sempre meno spesso, ed è sempre un piacere.
La birra di benvenuto è la rauchbier (birra affumicata) del birrificio francese Ninkasi: colore appropriato, bello affumicato, schiuma compatta e sana. La birra in sé non è per nulla male: molto equilibrata, presenta un'affumicatura più gentile della Schlenkerla. I sentori provengono tutti dal mondo del fumo, ovviamente, con una note dolce e cortese probabilmente dovuta all'utilizzo del legno di quercia (invece del tradizionale faggio) nella fase di affumicatura del malto.
Birra di ottimo livello, in ogni caso, adatta al neofita per avvicinarsi al mondo rude delle rauchbier.


Giorno 2: Camden Brewing Company - Hols Tropical Lager (Inghilterra)

Lattina stupenda, ma bando alle ciance. Il secondo giorno rivela una sorpresa notevole: una birra a bassa fermentazione ma con luppoli tropicali. Birra di un giallo carico, dalla schiuma candida e compatta. Al naso i luppoli tropicali, freschi e floreali, salutano con sicurezza. Sono loro a presentare quello che si rivela una sorpresa: la birra dei ragazzi del Camden Brewing Company è una secchiata d'acqua gelida in spiaggia, un rinfrescante piacere. La birra è freschissima, il luppolo forse leggermente presuntuoso ma non distante dall'equilibrio.
Da provare con un fritto leggero.
Una birra piacevolissima, in grado di apparire rinfrescante anche in un mese invernale.



Giorno 3: Innis & Gunn - Bourbon Dark Ale (Scozia)

Appropriata per riprendere il discorso affrontato nell'articolo sull'invecchiamento in botte delle birre "Un colpo al cerchio ed uno alla botte", il terzo giorno propone una birra invecchiata in botti di quercia che hanno contenuto bourbon.
Il colore scuro ha un piccolo cappello di schiuma chiara. Al naso leggeri sentori liquorosi e di malto tostato: in bocca si ritrova tutto, con una carbonazione leggera leggera che aiuta la beva. Oltre al malto e al liquore, gentili sapori di legno rendono la bevuta più raffinata, molto britannica e tradizionale.
Tirando le somme è una birra estremamente lineare, che non stupisce e non delude: sicuramente una buona birra, ma non stupefacente.

Giorno 4: Baird Brewing - Wabi Sabi (Giappone)

Grande curiosità per questa birra, brassata con tè verde e wasabi: sono un sincero fan della finezza e della pulizia delle birre giapponesi, pacate e riflessive come l'ambiente in cui nascono.
La schiuma è splendida, compatta e bianca; torbida e ambrata, fala sua bella figura nel bicchiere.
Al naso vengo assalito da un profumo fresco e pulito, ma anche complesso e raffinato. Tanto tè e luppolo, in una fusione veramente piacevole. Ne rimango sinceramente estasiato e procedo subito alla beva. In bocca il luppolo la farebbe da padrone, se non fosse per un ottimo bilanciamento con il malto ed una strana sensazione oleosa: che non sia il wasabi, che non dà la piccantezza che mi aspettavo, ma una consistenza suadente? Questo corpo vellutato è un dono raro da trovare in una IPA. Il finale è un amaro lungo e piacevole. Da bere a litri.



Giorno 5: Oppigårds Bryggeri feat. Gänstaller Bräu - Bockbier (Svezia/Germania)

Il quinto giorno prevede di assaggiare la prima collaborazione del pacco (non so quante ce ne siano). Una bock, molto bene: in Germania non esistono solamente lager e pils, e questa tipologia mi ha sempre dato grandi gioie, soprattutto nei mesi invernali.
Di colore ambrato scuro, si presenta con un cappello di schiuma tendente al marrone chiaro più che al bianco. Al naso comincio a sentire qualcosa che non mi aspetto: un sentore sbruffone di luppolo (dry hopping?), che non dovrebbe esserci in una bock. In bocca arriva la conferma: il calore e la morbidezza del malto la farebbero da padrone, se non ci fosse quella nota di luppolo, erbacea ed indesiderata. Una birra che avrebbe avuto del potenziale, senza quell'ospite sgradito. Non una delusione totale, per carità, ma mi aspettavo sinceramente qualcosa di più aderente allo stile.

Giorno 6: White Frontier - Speculoos Sweet Stout (Svizzera)

Omaggio del birrificio svizzero White Frontier ai celebri (ma dove?) biscotti allo zenzero. Tanto omaggio che, per sicurezza, li si trovano in sospensione, sbriciolati, dentro alla birra. Sono curioso, ma a vedersi non sono proprio bellissimi.
Al naso tanto (troppo) zenzero, una spezia di cui non sono grande fan ma che in questo caso risulterebbe esagerata per tutti. Lievi sentori da stout (caffè e tostato) ma coperti da un che di legnoso e stantio. In bocca si ha una inaspettata sensazione acidula, con un amaro un  po' fumoso e terroso. La segale è d'impatto, deve tutto essere smorzato da un dolce al cioccolato, che abbino al volo. La birra si ammorbidisce ma rimane lo zenzero, spavaldo, che aggredisce il palato e rovina il cioccolato.
Birra decisamente bocciata.


Tirando le somme le prime sei birre vedono due creazioni stellari, due ottime e due bocciate. 
Comunque una buona stima, soprattutto considerando che siamo al riscaldamento: in teoria, andando avanti con i giorni, si troveranno birre sempre più sorprendenti.

Le birre sono sicuramente di ottima fattura, provenienti da birrifici estremamente differenti e di tendenza. Un ottimo approccio per il neofita, una buona progressione per chi è un po' più scafato.
Assolutamente vietato per i nazisti puristi della birra artigianale: non tutto proviene da microbirrifici a conduzione familiare sperduti nella penisola.

Il bilancio positivo non è però esente da critiche: un particolare che reputo completamente fuori luogo è la scelta degli abbinamenti consigliati. Finché si parlava di Saveur Biere, sito francese, gli abbinamenti con la cucina d'oltralpe erano scontati; ma ora che il Beery Christmas viene venduto anche dalla divisione italiana Hopt, le scelte degli abbinamenti devono essere più specifiche per il paese in cui si spedisce; o, per lo meno, più internazionali.
E che migliorino le traduzioni sul sito, perché la dicitura "da bevi con" è veramente brutta.

Commenti

  1. Ciao! So che il post è un po' vecchio ma spero mi risponderai :) nel Beery Christmas 2017 c'era una IPA al gusto mango e melone (qualcosa del genere) per caso ti ricordi come si chiamava? La sto cercando disperatamente ma non mi ricordo quale sia! Grazie in anticipo

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Percorso formativo

Staminee de Garre

Sandkerwa Volkfest - Bamberg