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Visualizzazione dei post da agosto, 2013

Paese che vai, birra che trovi

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Ogni paese ha i suoi fiori all'occhiello, le sue particolarità, e i suoi difetti ovviamente. Per finire la presentazione del mio bere (chiamiamola così), volevo fare una descrizione di cosa amo di questi paesi, di cosa comprerei e anche di cosa non mi è piaciuto. Non parlerò di tutti i paesi, per scelta o per sbadataggine: non vogliati male. AVVERTENZA: come sempre sono opinioni, e non sono nemmeno stato in tutti i paesi sotto elencati. Mi baso semplicemente su quello che è passato per il mio bicchiere, sia che esso sia un affusolato contenitore per pils , sia che esso sia una panciuta coppa da tripel . IRLANDA L'Irlanda è stato il mio primo viaggio con qualche interesse birrario: la mia prima bevuta fuori porta. Il mercato è spadroneggiato dai soliti marchi: Guinness , Kilkenny , Harp. Contrariamente a quanto si possa pensare (ho visitato la fabbrica di Saint James, ma questa è un'altra storia) la birra che ho goduto maggiormente è stata una Harp , in un piccolo pae

Percorso formativo

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Ogni bevitore di birra ha avuto il suo percorso formativo, cioè una serie di evoluzioni nel suo modo di bere e soprattutto nell'oggetto delle bevute. Per capire il bevitore, è meglio dare un quadro completo delle sue esperienze nel settore, e per poter meglio capire le opinioni che esprimerò negli articoli successivi è meglio che io racconti le mie esperienze e le mie evoluzioni. Chi è partito dal Belgio per poi avvicinarsi alla Germania, chi è nato con Brewdog e Mikkeller  e ha scoperto successivamente birre più tradizionali; ognuno di noi ha la propria storia. Questa è la mia. LA GUINNESS Il mio primo periodo da bevitore (i sedici anni appena compiuti) mi portavano ad uscite saltuarie in cui la birra non padroneggiava ancora tra le mie consumazioni: birre commerciali, insipide e senza carattere erano un misero contorno per serate pizza e gelato. Poi, la metamorfosi. Se devo individuare un momento preciso in cui ho cambiato la mia opinione sulla bevanda luppolata, senza mo

Un saluto

Ho aperto questo blog più per vezzo che per necessità: i miei viaggi stanno sempre più vertendo verso mete dove la birra è una componente fondamentale dello scorrere della vita, e dove bere bene è un lusso che chiunque può permettersi. Sono il famoso "stanco" delle birre commerciali, dell'ignoranza che gira intorno ad una bevanda che sempre di più sta entrando a far parte della realtà italiana, e che in questi anni si sta reinventando e riscoprendo. Sono un adepto del culto BrewDog, della rivoluzione punk che il mondo della birra merita; osteggio trovate commerciali che insultano una professione che evolve ogni giorno, pur mantenendo tradizioni secolari. Sono uno di quelli che, dopo aver assaggiato tanto da tutto il mondo, ha sempre posto per una pils dissetante in una serata afosa; sono uno che  non crede nelle classifiche, almeno, non fino in fondo. Per me il bicchiere deve essere sempre mezzo pieno, altrimenti c'è da fare un altro giro per riempirlo. Sono un