Percorso formativo

Ogni bevitore di birra ha avuto il suo percorso formativo, cioè una serie di evoluzioni nel suo modo di bere e soprattutto nell'oggetto delle bevute.
Per capire il bevitore, è meglio dare un quadro completo delle sue esperienze nel settore, e per poter meglio capire le opinioni che esprimerò negli articoli successivi è meglio che io racconti le mie esperienze e le mie evoluzioni.
Chi è partito dal Belgio per poi avvicinarsi alla Germania, chi è nato con Brewdog e Mikkeller e ha scoperto successivamente birre più tradizionali; ognuno di noi ha la propria storia.
Questa è la mia.

LA GUINNESS
Il mio primo periodo da bevitore (i sedici anni appena compiuti) mi portavano ad uscite saltuarie in cui la birra non padroneggiava ancora tra le mie consumazioni: birre commerciali, insipide e senza carattere erano un misero contorno per serate pizza e gelato.
Poi, la metamorfosi.
Se devo individuare un momento preciso in cui ho cambiato la mia opinione sulla bevanda luppolata, senza molti dubbi parlerei del mio primo ingresso in un Irish Pub.
Chi è che non si è mai bevuto una Guinness in un Irish Pub?
L'atmosfera dei pub in stile irlandese mi ha sempre affascinato e in quel periodo mi ero appassionato particolarmente alla storia dell'Isola di Smeraldo.
Mi sentivo in obbligo, dovevo comprare una Guinness, giusto brindisi ad uno dei paesi migliori del mondo.
Quel brindisi ha cambiato il mio bere.
Ma era stato un fulmine a ciel sereno e non avevo ancora la testa per compiere il salto di qualità, quello vero.

IL PERIODO TEDESCO
Ma le serate vertevano verso i pub, alla ricerca di birre tedesche che si elevassero al di sopra delle lager commerciali: arrivai a conoscere weiss, keller, dunkel, bock, weizenbock, addentrandomi nella giungla delle birre tedesche.
Una serie di coincidenze ha portato all'apertura di un Beer Shop vicino a casa mia, e a lui va il merito di avermi portato ad essere il bevitore che sono ora.
Una, due birre tedesche a settimana, da prendere da asporto: questa fu la mia prima elementare.

Keiler - Land Pils: la mia prima birra acquistata al Beer Shop

IL PERIODO INGLESE
Le birre tedesche alla lunga non offrono varietà tali da poter soddisfare un diciassettenne rampante, e la scansia delle birre inglesi era a un passo da quelle tedesche.
Memore della Guinness, partii con stout e porter, e mi spostai successivamente su bitter e pale ale.
Poi feci il grosso errore (il miglior errore della mia vita) di girare la testa.

Orkney Brewery: uno dei miei birrifici preferiti

IL PERIODO BELGA
La gradazione mi aveva sempre spaventato, ma la corsia delle birre belghe è quella che affascina di più.
Blonde, dubbel e soprattutto tripel: e qua partì il periodo più lungo della mia carriera, e forse quello che mi ha insegnato di più.
Con le quadrupel si aprì la porta ad un regno di birre forti e complesse, ma ormai il mio palato era pronto.

IL PERIODO BREWDOG
Per un giovane i nuovi di Scozia sono il massimo: le IPA entrarono prepotentemente nella via vita, con il primo sorso di una birra che mai dimenticherò: Hello my name is Ingrid (double IPA brassata con more artiche).
Da lì il viaggio è stato intorno a Danimarca (Hornbeer), Olanda (De Molen), Norvegia (Nogne O) e USA (Flying Dog, Anchor, Sierra Nevada), alla ricerca del nuovo e dell'esotico; in particolare barley wine, imperial stout invecchiate in botte e IPA, tante IPA.
Provai addirittura alcune birre acide (Boon) e una gose, ma non sono il mio genere.

BrewDog - Hello My Name Is Ingrid

Ora bevo per passione, ho provato molto ed è il momento di godere i frutti di un duro addestramento (non ancora finito, ma in un momento di rilassamento): bevo quello che capita, quello che mi salta in testa, saltando di paese in paese e assaporando il momento in cui si beve, non solo la birra.
Ho una cantina discreta ma non esagerata, qualche pezzo da collezione; tanti sottobicchieri, molti bicchieri; una collezione di oltre trecentocinquanta bottiglie e oggettistica varia; ma soprattutto tanta passione, e molta voglia di imparare.